mauritius

“Si ha l’impressione che sia stata creata prima Mauritius e poi il paradiso, e che il paradiso sia stato copiato da Mauritius”

– Mark Twain –

Ciao a tutti carissimi lettori, eccomi qui con un nuovo articolo: questa volta però non tratterò di cucina, bensì di uno dei viaggi più rilassanti e rigeneranti che abbia mai avuto l’opportunità di fare.

Oggi vi racconto del mio breve ma intenso soggiorno a Mauritius, una delle isole che più mi hanno colpito nel mondo. Come disse Mark Twain, il mare cristallino, la spiaggia dal colore velato e quell’atmosfera così calda che regalavano le persone del posto facevano di quel luogo il paradiso… o quasi. Diciamo che definire quel viaggio infinitamente perfetto beh… non è l’espressione più corretta, ma di questo ne parleremo più tardi :)

Una vacanza natalizia sulle coste dell’Oceano Indiano

Ogni anno io e la mia famiglia durante le vacanze di natale ci concediamo alcune settimane di immenso riposo per rigenerare quelle forze volate via nei mesi precedenti.

Dunque in quell’inverno 2019 ci recammo all’agenzia viaggi circa dieci giorni di partire e, tra l’affanno della fretta e un centinaio di destinazioni che ci stavano aspettando, scegliemmo proprio lei: l’isola dei cicloni (o almeno è così che l’ho denominata io). Atterrammo in paradiso il 23 dicembre dello stesso anno e, imbottiti di maglioni e piumini per le fredde temperature che si trovavano nella mia amata San Gimignano, un’esplosione di caldo ci investì una volta che le porte dell’aeroporto si aprirono. Spogliati di ogni bene in un lampo, caricammo le decine di bagagli che avevamo portato su un lussuoso van, il quale ci condusse al nostro hotel distante circa mezz’ora.

Un po’ abbattuti dal viaggio eravamo stanchi, sudati e appesantiti dai bagagli, ma credetemi quando vi dico che tutto sembrò risolversi una volta che si palesò davanti a noi l’Hilton Mauritius Resort & Spa. Situato fronte oceano e poco lontano da Flic en Flac, la spiaggia per eccellenza più bella di Mauritius, questo resort è la perla che ognuno di noi non sapeva di star cercando: un angoletto di mondo che rende possibile assaporare la vista del tramonto sull’Oceano Indiano.

Appena arrivati offrirono immediatamente un cocktail analcolico dal color verde smeraldo, vorrei tanto rivelarvi cosa fosse ma ahimè ero talmente impegnata ad assaporarne quantità innumerevoli che non mi sono minimamente interessata: eravamo solamente io, lui e il suono delle onde.

Nei giorni che seguirono il nostro arrivo non ci preoccupammo d’altro che di godere delle numerose attività che offriva il resort: una piscina in stile laguna dove abbronzarsi se non si ama la sabbia, divertenti corsi di fitness acquatico dove ho conosciuto tantissime persone simpatiche ed allegre, nonché il giro in barca con lo scafo di vetro. A proposito di quest’ultimo, ci siamo divertiti ad ammirare tantissime specie di pesci colorati che non sapevo esistere, ma anche dolci delfini e enormi tartarughe marine. Se chiudo gli occhi posso ancora immaginare di trovarmi là.

Aragoste, tonnelate di aragoste

Ma andiamo alle cose serie e parliamo dell’arte culinaria tipica del posto (fantastica l’isola, fantastico il viaggio ma si sa che il cibo è la mia passione principale). I piatti tipici là sono caratterizzati da una fusione tra la cucina europea, soprattutto quella francese per i piatti di pesce e crostacei, e quella indiana, dalla quale hanno assorbito molte ricette che prevedono l’impiego di riso e spezie.

Il ricordo che però mi è rimasto più impresso delle Mauritius? L’aragosta, tonnellate di aragosta. Preparata nei più prelibati modi questo crostaceo non mancava mai durante il pasto. Io e la mia famiglia siamo letteralmente rimasti allibiti dalle quantità che era usuale consumare, ci credete che non ho più mangiato aragosta per un anno dopo essere tornata?

aragosta

Dopodiché il pesce in tutte le sue forme, mamma mia quanto era buono: così fresco, dagli odori così intensi… come mi manca quel luogo. E poi quelle colazioni internazionali in cui si trovavano distese di banconi di tutte le più disparate prelibatezze provenienti da ogni parte del mondo. Rimango dell’idea però che le colazioni migliori rimangono quelle sotto le coperte del letto, durante una giornata di pioggia, con un film ed un vassoio di uova strapazzate, bacon croccante e macedonia.

L’isola dei cicloni

Come annunciato all’inizio, sfortunatamente questo appagante viaggio si è concluso in un modo un po’… turbolento oserei dire. È ormai risaputo che quest’isola dell’oceano pacifico è caratterizzata dai potenti cicloni che si abbattono nei periodi più caldi dell’anno, segnati da interi giorni di vento e piogge torrenziali. Perciò, secondo voi, chi doveva rimanere bloccata su quell’isola più del dovuto a causa della cancellazione di tutti gli aerei? Ovviamente la qui presente!!

Inutile dire che tra il trambusto causato dal vento, nonché dalle persone impaurite, furono giorno alquanto caotici. Per non parlare dell’intera giornata passata seduta davanti il check-in dell’aeroporto…

Ma sapete cosa in fondo? Non solo passammo uno splendido capodanno tra fuochi d’artificio e prelibatezze culinarie presso il Four Seasons Resort, prenotato all’ultimo minuto perché non desideravamo festeggiare accampati sopra una distesa di valigie, ma ebbi anche il tempo di portare a termine quel tema di italiano già da troppo tempo avevo rimandato. Abbiamo visitato anche il Cashmere Polo Club, che produce abbigliamento di cashmere, tutto su misura e per uomo, donna, bambini e neonati.

Ricordatevi che non tutti i mali vengono per nuocere, sappiate scorgere il bello da ogni situazione. Quante cose avrei ancora da raccontarvi, quante parole ancora vorrei spendere con voi… ma per ora vi lascio in sospeso fino a nuovo avviso. Spero che vi abbia un po’ trasportati in quel mondo così speciale e di aver dato l’idea della sua magnificenza.
A presto cari lettori, ci vediamo alla prossima avventura!

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